ESCURIAL

di

Michel de Ghelderode

 

Cominciato nella derisione delle cose, degli esseri e delle istituzioni, il ridere dell’autore Michel de Ghelderode si rivolta contro se stesso e ride del suo proprio dolore. Cosi sono le risate insostenibili e ripetute del Re e del Buffone in “Escurial”, cioè la costatazione di totale assurdità, d’impotenza e di ossessione che costituiscono annunciano le forme più crudeli del “humour noir” che senza sosta va a scontrarsi con la sensibilità contemporanea. La scena è un luogo magico, non una tribuna o una cattedra. Tutto deve obbedire ad un cerimoniale dove le leggi risiedono in fondo in noi stessi, alla necessità di fuggire dalla realtà. Senza quell’incantesimo verbale che lo rende parente della magia, il teatro si disgrega, si sbriciola in parole, rinuncia al suo primeggiare sulle le altre forme letterarie e rinuncia anche al proprio potere possessivo ed ossessivo. Attraverso i suoi eccessi , la sua frenesia, la violenza stessa, invece di sottolineare il realismo, diventa un mezzo di accesso al mondo superiore e magico dove si svolge questo teatro.

Il Re cosi come Folial è un commediante. Se fa del suo buffone un Re, egli stesso non cessa di dimostrare le sue doti di attore. I due personaggi vivono in un universo di gioco. Nel Re e in Folial ci sono sempre almeno due livelli di recitazione, essi recitano per lo spettatore ma il loro gioco consiste nel recitare quel che stanno recitando. Lo sdoppiamento costituito per lo spettatore da due attori cosi vicini nel giocare, si complica con lo sdoppiamento vissuto in se stessi da ognuno di loro. Da questo nasce un gioco di riflessi fatto di vari specchi, oggetto simbolo che Folial stesso userà in scena. Vengono a galla i sentimenti fondamentali di ogni grande tragico: la gelosia, l’invidia, la paura, la volontà di potenza, il piacere di soffrire, di fare soffrire, di uccidere. Questi due personaggi raggiungono uno splendore e una complessità che il teatro moderno fa spesso fatica a raggiungere.

Il senso di violenza afferra facilmente lo spettatore, ma il senso dello spettacolo non è ne evidente ne unico. Aldilà del palese interesse per una ignobile vendetta del Re, appaiono chiaramente dietro i due personaggi dei significati diversi e molto più profondi. Il Re e il Buffone sono di volta in volta, il padrone e lo schiavo nella nudità dello scontro politico e sociale, è anche la lotta tra due attori che si sfidano, cosi la vittoria dell’uno sull’altro è anche quella del più forte nell’arte di recitare. Ed è infine lo scontro di un uomo con se stesso, il Re.  “Escurial” è uno psicodramma dove l’interrogare se stesso permette al Re di affrontare attraverso delle proiezioni-identificazioni, la verità della sua vita, di tirar fuori alla luce del sole il “sé” che ha ostinatamente frustrato. In altri termini, egli espelle il suo altro sé che si fissa sulla figura di Folial.

 

Adattamento e regia di Jean-Pierre Lozano

Con:       Jean-Pierre Lozano

                Edo Pampuro

Luci e suono: Angela Zinno